A luglio ho incontrato Nicola Bassano, storico del cinema ed esperto felliniano della Cineteca di Rimini (per l’esattezza, responsabile, dell’Archivio Federico Fellini). Non è la prima volta, anzi, è proprio una felice consuetudine dei miei viaggi cinefili nella Riviera Romagnola. Tra l’altro, la Cineteca è proprio nel cuore architettonico e storico di Rimini, situata com’è tra la Domus del Chirurgo di Piazza Luigi Ferrari e Piazza Cavour, secondo foro della Rimini romana…

Nato nel 1974 a Sarzana, in provincia di La Spezia, e laureato a Parma in Conservazione dei beni culturali con una tesi di storia del cinema dal titolo ‘Fratelli Marx alla Mgm’, Bassano si occupa da diversi anni di ricerca d’archivio collaborando con musei, fondazioni e istituzioni e promuovendo il cinema italiano e i suoi grandi autori, con un occhio di riguardo per il Maestro Federico Fellini. A ottobre uscirà il suo ultimo libro ‘Fellini 70’ per Bibliotheka Edizioni.

Un nuovo libro su Federico Fellini: focus sugli anni ’70

“È un progetto che nasce in occasione del centenario della nascita di Fellini – spiega l’autore -, ma che poi, viste le tante pubblicazioni uscite sul regista riminese tra la fine del 2019 e i primi mesi del 2020, ho messo da parte. È stato l’editore romano Santiago Maradei di Bibliotheka Edizioni a propormene la pubblicazione e io, con entusiasmo, ho accettato. Uscirà a ottobre. ‘Fellini 70’ analizza la produzione felliniana a partire da ‘I clowns’ fino a ‘La città delle donne’. L’idea è di raccontare attraverso i film di Fellini un decennio molto difficile per il nostro Paese, martoriato dal terrorismo, dalla crisi delle istituzioni democratiche, ma anche un decennio che segna un cambiamento dei costumi e manifesta una forte spinta alla modernizzazione. Non dimentichiamo che la legge sul divorzio è stata approvata nel 1970 e poi confermata da un referendum nel 1974, e quella sull’aborto è del 1978, anch’essa sottoposta a referendum tre anni dopo. Per il cinema, poi, è un decennio che segna l’inizio della crisi, dovuta in buona parte all’avvento del mezzo televisivo. Ecco, in mezzo a tutto questo, Fellini opera una profonda riflessione ricercando nella rielaborazione della memoria la chiave giusta per raccontare e raccontarsi”.

 

Il viaggio e il cibo secondo Fellini

“Fellini era un uomo dall’insaziabile curiosità, però non amava viaggiare. La sua biografia (o meglio mitobiografia) – continua Bassano – si è sviluppata sull’asse Rimini-Roma; tutto il resto è frutto della sua prodigiosa creatività. Naturalmente viaggiava in Italia e all’estero, amava moltissimo Napoli e Venezia, tuttavia il viaggio per lui era soprattutto un’esperienza interiore nel mondo sommerso del suo inconscio. In tal senso, saranno fondamentali la lezione di Carl Gustav Jung e l’incontro con Ernst Bernhard. Interessante notare che i tre grandi progetti mai realizzati hanno nel titolo la parola viaggio, ‘Viaggio con Anita’ (scritto nel 1957 con Tullio Pinelli e poi realizzato da Mario Monicelli nel 1979), ‘Il viaggio di G. Mastorna’ e ‘Viaggio  a Tulum’. Il cibo è presente in molti film felliniani. Come non ricordare la festa de’ noantri in ‘Roma’ tra bucatini all’amatriciana, cannolicchi cacio e pepe, maccheroni all’arrabbiata e rigatoni con le alici? Oppure la cena di Trimalcione nel ‘Fellini Satyricon’? O il pranzo di famiglia in ‘Amarcord’? In tutti questi casi, traspare l’aspetto più popolare della cucina, nessuna valenza simbolica ma una forte componente identitaria. Lui poi amava la semplicità e la tradizione e non era attratto dai piatti troppo complicati. Insomma, pasta al pomodoro, lasagna, tagliatelle al ragù e cappelletti in brodo”.

Il settembre felliniano di Rimini

“A Rimini – risponde Bassano -, per settembre, stiamo lavorando all’apertura del Grande Museo dedicato a Fellini. Un museo costruito su tre assi, Castel Sismondo, Piazza Malatesta e Palazzo Valloni, dove ha sede il Cinema Fulgor. Un grande progetto museale, ma anche una strategia più ampia di valorizzazione del patrimonio culturale e architettonico presente nel centro storico della città. Un progetto innovativo e sperimentale ideato e curato da Studio Azzurro, con allestimenti e installazioni multimediali, capace di  invadere gli ambienti esterni; un museo diffuso, che si allontana dal concetto classico di  contenitore di oggetti e materiali originali e diventa luogo di accadimenti, relazioni e narrazioni inedite. Insomma, un Museo capace di interpretare il cinema di Fellini non come opera in sé conclusa, bensì come chiave per esaltarne l’eredità più elevata: lo stupore, la fantasia, lo spettacolo e il divertimento”.

Nicola Bassano: nuovi libri in arrivo?

“L’altra mia grande passione cinematografica, oltre a Fellini, è orientata al cinema di genere, in particolare al cinema horror. Ho alcuni progetti in cantiere, uno dedicato a John Carpenter, l’altro, invece, è un’analisi crossmediale del fenomeno zombie, dalla letteratura al fumetto, dal cinema alla televisione, dalla musica ai videogiochi. Scavando alle origini del mito e raccontando la sua ascesa e la sua definitiva consacrazione, forse si possono capire le ragioni di un successo così travolgente. Spero possa uscire nel 2022”.

I viaggi preferiti di Nicola Bassano

“Amo viaggiare con la mia famiglia, condividere con loro le scoperte. Tra i miei viaggi preferiti non posso non ricordare quello con mia moglie Alessandra in Polinesia. Anche qui ho un ricordo cinematografico. Da piccolo ero rimasto affascinato dal film di Folco Quilici ‘Ti-Koyo e il suo pescecane’, del 1962, sceneggiato da Italo Calvino e girato nelle Isole Tuamotu nella Polinesia Francese. I paesaggi ammirati in queste isole sono la cosa più vicina al concetto di paradiso. Un consiglio? L’atollo di Fakarava, indimenticabile. New York invece è stata un po’ una delusione, troppe le immagini assorbite dal cinema americano; con un immaginario così condizionato si può facilmente rimanere delusi: in fondo, come ci insegna Fellini, la realtà  raramente riesce a superare la fantasia e l’immaginazione. Il prossimo viaggio che vorrei fare? Senz’altro Cuba, amo la sua storia, la sua cultura e i suoi incantevoli paesaggi. Un film sul viaggio? ‘Una storia vera’, un insolito David Lynch, commovente e poetico”.

 

Nicola Bassano a tavola

“La mia origine per metà ligure e per metà emiliana mi fa amare la buona cucina. Purtroppo, in questo periodo, sto seguendo un rigido regime alimentare piuttosto restrittivo che non prevede uova,carni rosse e alcolici. Amo molto il pesce e la pasta. Se dovessi scegliere il mio piatto, direi i muscoli ripieni alla spezzina! Inoltre, cucino spesso, ma con risultati piuttosto scadenti. Le paste sono il mio forte, però non mi avventuro in ricette troppo elaborate! Un film sul cibo? Senza ombra di dubbio ‘La grande abbuffata, di Marco Ferreri, geniale riflessione sulla deriva della società moderna votata al consumismo e alla produzione di massa. Un film spietato e crepuscolare caratterizzato da un cast memorabile”.