Se la Cina vi ha sempre affascinato ecco un viaggio per chi vorrà ancora farlo quando tornerà possibile. Forse alcune persone non viaggeranno più con la spensieratezza del pre-pandemia e altre non lo potranno fare causa restrizioni. Il futuro non ci è dato conoscerlo ma per tale motivo  questo lungo articolo di una viaggiatrice “incallita”  come Sandra Focacci ci piace particolarmente! La sua scrittura diretta ci fa entrare nei suoi pensieri, che non si nascondo dietro al “tutto è bello in viaggio”.

E ora mettevi comodi…si parte per la Cina!

La redazione

Cina: un viaggio inaspettato

Non avevo mai preso in considerazione un viaggio in Cina. La sentivo lontana dai miei ” sogni di viaggio “. Quel giorno andai in agenzia senza molte idee ma certamente non la Cina. Mi  hanno convinto ad andarci: ” è un’esperienza unica ” e il prezzo del viaggio era decisamente alla mia portata.

In effetti partire per la Cina vuol dire entrare in un’altra dimensione. Lì è tutto immenso, grandissimo. Anche i parchi sono enormi e con tantissime case da tè, dove ad intervalli regolari passano i “pulitori di orecchie”, persone che per pochi soldi tolgono il cerume dall’orecchio del cliente. Oppure, come a Shangai, dove il parco serve come agenzia matrimoniale. Le persone, uomini o donne indistintamente, lasciano un biglietto attaccato al ferro delle panchine e delle aiuole, descrivendosi e descrivendo chi vorrebbero incontrare e lasciano il proprio telefono.

In un paese così grande la geografia va dal deserto (Gobi) alle valli alluvionali dei fiumi più lunghi (Fiume Giallo e Fiume Azzurro), dalle montagne (Himalaya ) all’oceano. Ci sono pezzi di Cina completamente disabitati, sia per le avverse condizioni climatiche, sia perchè, come in tutto il resto del mondo, gli abitanti abbandonano le campagne e vanno ad abitare nelle città.

1 miliardo e 400 milioni di persone

Gli abitanti della Cina sono 1 miliardo e 400 milioni e, come si capisce, le città sono enormi. Per andare da una parte all’altra di Pechino, per esempio, ci vogliono non meno di 3 ore. E le città, nonostante tutto lo spazio che hanno intorno, si espandono in altezza. Per costruire un grattacielo di 40 piani ci vuole meno di un anno.

Arrivare a Pechino dall’Italia, fu come entrare in “ Blade Runner “...cielo perennemente grigio, nebbiolina piovigginosa, aria irrespirabile. Viene naturale chiedersi   se lì esiste il sole…

Ma le città non sono solo grattacieli. Quello che colpisce di più è il connubio molto stretto tra super super moderno e il mantenimento delle tradizioni e dei monumenti che legano al passato…

Il più grosso problema della Cina sono i cinesi.

Ma il più grosso problema della Cina sono i cinesi. Perchè, almeno per me, non sono un popolo ospitale, anzi. Anche a Shangai, città ormai aperta all’Occidente da secoli, l’inglese è parlato pochissimo anche nei grandi alberghi. E poi perchè sono veramente tanti, troppi…e sembra che siano tutti per strada (infatti non ho capito come hanno fatto a fare la quarantena per il covid).
Inoltre si comportano come se...”loro sono cinesi, il paese è loro e loro hanno la precedenza su tutti”. Non hanno molto rispetto per i turisti…anzi a volte vieni guardato come un animale da circo. Va bene che il turismo  interno basta a se stesso ma qualcuno dovrebbe dirgli che esiste anche il resto del mondo!!!

Il paese delle mille contraddizioni

Oltre ad essere uno dei paesi più grandi del mondo e sicuramente il più abitato, è anche il paese dalle mille ed una contraddizioni.
A livello politico: paese comunista, ma aperto (anzi apertissimo ) alla proprietà privata. Comunque il  sistema politico non si è evoluto molto. Le restrizioni alla libertà di espressione e la censura di Internet da parte della Polizia, creano un non rispetto dei diritti umani. Il dissenso è messo a tacere in tanti modi e sono tanti i dissidenti in prigione (addirittura un Nobel).

I politici cinesi usano molto la giustificazione secondo la quale ” La Cina è troppo grande per essere una democrazia”. In più ci sono le mire espansionistiche della Cina (Tibet), quasi come se il loro territorio non bastasse più. Anche questi territori sono oppressi (il Dalai Lama è in esilio) e hanno messo in moto una nuova modalità: la sostituzione etnica.

Società, economia, religione

A livello sociale: dopo anni di politica del figlio unico, vedendo che l’età media si alzava, sono tornati indietro.  Questo paletto non c’è più, ma hanno creato un meccanismo quasi incomprensibile.

A livello economico pare il caos. Uomini super ricchi, ma la popolazione è di reddito medio e, in alcune zone, anche povero. Non credevo di trovare quì ragazzini che vendono chincaglierie per pochi centesimi (come nei paesi davvero poveri).

A livello religioso: teoricamente sono permesse tutte le religioni, esiste la religione ufficiale, la religione tradizionale cinese. Un misto tra buddismo e confucianesimo. Ho visto dei templi buddisti (quello del Budda di giada), bellissimi e ricchissimi, dove la gente faceva la coda per pregare e i sacerdoti erano molto riveriti.

I pensieri di Sandra

Ora vi spiego le mie sensazioni, ciò che mi ha fatto pensare… In tutta la Cina non ho visto un ” negozio cinese “. Anzi i negozi sono super lusso, soprattutto nei centri commerciali, dove noi non potevamo comprarci nemmeno un bastoncino per il profumo. Poi esistono strade interamente dedicate ad un tipo di  merce. Per esempio, la strada di fronte al nostro albergo a Pechino, era dedicata solo ai prodotti di telecomunicazione ed era una strada lunghissima.

Ma nei parchi, nelle strade del lusso, agli angoli delle strade piene di inquinamento, i cinesi la mattina e la sera, si fermano e fanno Tai chi. Sono molto disciplinati e piova, nevichi, o ci sia il sole, loro si mettono dove c’è spazio e iniziano a fare Tai chi sotto la guida del maestro. Devo dire che mi sono divertita a guardarli…e una volta ho provato anch’io….ma su questo stendiamo un velo pietoso.

Il connubio che dicevo prima tra super moderno e tradizione porta a contrasti molto particolari e, per certi versi, anche eccezionali. Almeno per me.

La  Cina che affascina

Ma la Cina, che è salita alla ribalta mondiale per il covid e della quale tutti parlano, è anche tante altre cose. Ha tanti monumenti inseriti nel Patrimonio mondiale UNESCO, e anche la piccola parte (piccolissima, anche se la più turistica ) che ho visitato ne è ricca.  Ne rimani affascinato e inizi a riflettere su questa civiltà così lontana da quella occidentale.

Lontana per collocazione geografica, ma anche molto antica. Nacque all’incirca nel periodo degli Egiziani e sviluppò arti e scienze in modo particolare. Non so…è  una mia idea, ma è come se “qualcuno ” sia arrivato nello stesso periodo e in luoghi geografici simili e abbia dato vita alle civiltà più antiche del mondo, usando saperi e strumenti fino ad allora sconosciuti.

Questo mio commento è dovuto al fatto che ho visto tante somiglianze tra l’Egitto e la Cina, nonostante le loro innumerevoli diversità. Dall’astronomia alla scrittura, dalle tombe al fatto che l’imperatore e il faraone fossero di origine “celeste “… e potrei continuare ancora.

Shangai:  tra Oriente e Occidente

Non vorrei fare una lista di tutti questi monumenti, sarebbe solo sterile e nozionistica, anche perchè ognuno di loro ha una storia e delle particolarità che emozionano in modo diverso. La città che mi ha comunque più emozionato è l’ultima che ho visitato: Shangai. Per questo vi racconto questo  mio viaggio all’incontrario.

Shangai: il regno della super modernità.  Già per arrivare dall’aereoporto alla città c’è un treno che viaggia sopra le rotaie, senza toccarle, a levitazione magnetica. Per fare i 33 km ci abbiamo impiegato 7 minuti, toccando punte di 430 km orari. Super moderna, ma molto bella. Non ti senti oppressa dai grattacieli, dalle luci, dalle macchine, dalla gente che corre…

Il fiume Yangtze sfocia nel Mar Giallo a nord di Shangai e la città è costruita sul suo delta. E’ un ibrido tra Oriente e Occidente e deve la sua ricchezza secolare al commercio di oppio. Era una città senza legge e regno di bordelli e case da gioco, molto frequentati dagli occidentali. Metà citta viveva nella ricchezza più sfrenata, l’altra metà nella completa miseria.

Non a caso,  il Partito Comunista Cinese nacque quì nel 1921. Cercò di riequilibrare le disuguaglianze anche se, ancora, quì il capitalismo la fa da padrone. Tutte queste storie si sono rispecchiate nell’architettura di questa parte di Shangai con la costruzione del Bund (lungo il fiume ) composto da palazzi neoclassici ed edifici art decò degli inizi del ‘900.

Shangai: i grattacieli tra i più alti del mondo

Dalla parte opposta del fiume c’è il quartiere finanziario con i grattacieli tra i più alti del mondo. Io non amo molto i grattacieli, ma devo dire che quì, l’insieme è molto bello. La notte notte quando sono tutti illuminati e scorrono disegni e luci danno il meglio. I più belli sono: il Bund Center, di aspetto regale dovuto alla corona che lo sovrasta, l‘Oriental Pearl Tower, con la torre costituita da 15 sfere di vetro di diverse misure che sembrano cadere dall’alto.

Lo Shangai Tower ha forma cilindrica e a spirale, che slancia ancora di più il grattacielo, che sembra arrivare…fino al cielo. La luce si riflette sulle pareti in modo diverso ad ogni ora del giorno e crea  degli effetti spettacolari. Come dicevo prima non mi piacciono molto i grattacieli ma, vivendo in una città che ne è completamente priva, mi incanto a guardarli. Mii sembrano creature ” mostruose ” ma affascinantissime e i cinesi sono molto bravi a costruirli.

Shangai: il quartiere francese e il tempio del Buddha di Giada

Shangai è stata, per un certo periodo, colonizzata dai francesi. E anche loro hanno lasciato la loro impronta: il quartiere francese…un pezzettino di Parigi in Cina. Tutto in legno, con bistrot e ristoranti dal nome francese, ma dal cibo solo cinese. Per il turista è un piacere girellare nel quartiere, circondato da occhi a mandorla…anche se si rischia la confusione mentale!!!

Un altro monumento che mi ha colpito molto è stato . In mezzo ai grattacieli, in un angolino di una vecchia stradina, c’è questo tempio in cui si respira un’aria diversa. Di meditazione e di preghiera. I fedeli  arrivano  portati con dei pulman e stanno fuori a pregare e a cantare.

Il tempio in legno è bellissimo, ricco di statue, prima tra tutte il buddha di giada tempestato di pietre,  e di tesori. Nel cortile che porta alla stanza del Buddha ci sono due animali (corpo di cane volto di drago) che sembra stiano di guardia. La leggenda dice che porta bene accarezzarli..io l’ho fatto.

Quello che mi ha stupito è che il colore, dove tutti li carezzano era tutto consumato…non credevo che i cinesi fossero così ” superstiziosi “. I monaci  sono  trattati come persone superiori e ogni volta che ne passava uno, torme di cinesi abbassavano la testa in segno di rispetto. E’ stato il momento più emozionante e più intimo di tutto il viaggio.

I volti delle persone che si trovavano lì, monaci e fedeli, erano così sereni e pieni di luce…che mi hanno contagiato. Ma poi via, di nuovo nel traffico e nella confusione. Ammetto che  quel tempio mi ha avvicinato ad una Cina diversa sia da quella che avevo visto finora sia da quella dell’immaginario collettivo.

E il viaggio nel passato è continuato uscendo pochi km da Shangai a Xitang. Un paesino sui canali del fiume rimasto almeno all’inizio del secolo scorso. Case di legno o di pietra grigia…canali che abbiamo percorso in barche che ricordavano le gondole. Anche questa è stata una scoperta emozionante che mi ha fatto amare ancora di più Shangai.

Chendu: la città più vicina al confine con il Tibet

Nel mio viaggio alla rovescia prima di arrivare a Shangai eravamo stati a Chendu. Non che ci sia qualcosa che lo ricordi, ma all’orizzonte si intravedono le punte dell’altopiano. Devo dire che la città non mi ha lasciato molto, la solita città caotica e piena di grattacieli. Le due cose che mi sono rimaste dentro sono state: il Buddha di Leshan e il parco dei Panda Giganti.

Il Buddha di Leshan non è molto lontano da Chendu, alla confluenza di 2 fiumi e ci si può arrivare in bus o in traghetto. Noi ci siamo andati in traghetto e ne valeva la pena. Dal fiume lo vedi proprio nella sua maestosità. Un enorme Buddha di 71 metri scolpito nella roccia da un monaco di un vicino monastero.

Lo iniziò nel 713 e morì a 90 anni senza averlo ancora finito. Non è un Buddha elegante, ma è imponente e colossale. Nel tempo dell’avvicinamento del traghetto mi sono quasi fatta ipnotizzare dalla  maestosità di quello che stavo guardando. Ci si può salire e scendere, ma io non l’ho fatto, preferivo stare a guardarlo incantata dal traghetto.

Il parco dei panda giganti

Chendu è famosa per il parco dei panda giganti. Animali in via di estinsione per cui hanno costruito questo zoo-parco per il ripopolamento. E meno male che sono giganti e si riescono a vedere al di sopra delle teste di tutti i cinesi accalcati da tutte le parti! Sono riuscita a vedere poco i “pandini “appena nati o cuccioli…carini, bianchi e anche divertenti perchè ancora non abituati alla gente. Bel posto, in mezzo ad una natura selvaggia, ma non mi ha emozionato più di tanto, anche perchè non amo i posti dove gli animali sono prigionieri. Capisco il ” ripopolamento “…ma, forse, ci poteva essere un altro modo.

Xian:la fine della via della seta

Chendu non mi ha emozionato particolarmente anche perchè arrivavo da una città molto particolare della Cina: Xian. Particolare perchè è una città imperiale ed era la fine della via della seta, per cui ricca di tante influenze, soprattutto islamiche. Ma il primo monumento che ho visto prima di entrare in città è stata la “ Pagoda della Grande Anatra Selvatica “.  Un nome piuttosto originale non trovate?

Fu edificata da un imperatore in onore della madre. Comunque raccoglie centinaia di volumi buddisti portati dall’India che, chiaramente, non si possono vedere! In Cina ho imparato che ci si deve fidare molto delle parole della guida. Io non ho mai messo in dubbio niente..non si sa mai!!! La differenza che si nota subito con le altre città, proprio perchè città imperiale, sono le imponenti mura che proteggono la città vecchia.

 

Alcuni dati per capirne l’imponenza: lunghe 16 km, alte 12 metri e spesse da 15 a 18 metri. Ogni lato presenta una porta e delle torri di guardia e, per 6000 metri, anche un ampio fossato. Siamo andati nel quartiere musulmano che gravita intorno alla Grande Moschea. L’edificio è costruito secondo i canoni cinesi, per cui è ricco di cortili molto belli e dove si riesce anche ad avere un pò di relax, senza tanta gente intorno. La sala della preghiera è proibita ai non musulmani. Non so quanti possano essere (sinceramente non ho visto nessuno), ma il quartiere è molto carino ed ha un affascinante sapore islamico..molto particolare in questa parte del mondo.

A pochi Km da Xian troviamo uno dei monumenti più famosi della Cina. Premessa: la zona intorno a Xian, essendo città imperiale, è ricca di tombe di imperatori ma, a parte una  (di Qiushi Huangdi, l’imperatore che unificò la Cina e iniziò la costruzione della Grande Muraglia), sono tutte difficilmente raggiungibili.

L’esercito di terracotta (vietato fotografare…)

Questa è rimasta una collinetta non scavata e lasciata abbandonata. Ma gli imperatori si facevano seppelire con il loro esercito…e tutto intorno è stato scavato perchè era il luogo dove c’era l‘Esercito di Terracotta. Scoperto per caso nel 1974 da dei contadini che stavano scavando un pozzo. Le migliaia di soldati di terracotta sono contenuti in tre cripte.

La prima contiene i soldati ricostruiti frammento per frammento, avevano anche armi bronzee (archi, lance, balestre) che sono state rimosse e, chiaramente, non visibili. Sono 6000 degli 8000 tra soldati e cavalli ritrovati.
Appena si entra nei camminamenti che ti permettono di vederli dall’alto, ti colpisce lo sguardo fisso (è vietato scattare foto) che proviene dal passato remoto. Per informazione solo uno è stato ritrovato intero ed è contenuto in una teca subito all’entrata.

La seconda fossa contiene cavalli, arcieri, carri e 1300 fanti. La terza è ancora da scavare e si presume che contenga statue di alti ufficiali e un carro da guerra. Da molti è considerato il monumento più bello della Cina. Forse se avessi potuto vederlo meglio, senza dover evitare le teste di migliaia di cinesi, avrei potuto apprezzarlo di più.

Comunque sia la mia emozione più forte è stata quella di essere davanti ad un esercito di fantasmi e ho sentito anche un po’ di angoscia. Ho pensato a quanto devono aver sofferto gli schiavi quando hanno costruito queste figure. E mi sono sentita vicina agli “schiavi moderni “, archeologi e studenti, che nel fondo della fossa 1, ricostruiscono i soldati, frammento per frammento.Mi sono fermata a guardarli (ai cinesi di loro non importa niente) e ho scoperto i mini strumenti con i quali fanno questo lavoro e tra questi anche le pinzette per le ciglia. Capisco che l’Esercito di Terracotta ha portato il turismo nella città di Xian (negli altri monumenti non c’era nessuno). Il mercato è mercato… soprattutto  in Cina. .

Nel mio viaggio a ritroso sono tornata a Pechino…la città di blade Runner!!!

Un  affascinante groviglio di vecchio e nuovo in un guazzabuglio di quotidianità. Pechino e i suoi dintorni sono ricchi di tanti monumenti ” patrimonio dell’umanità “, ma sono rimasta delusa da piazza Tianmmen. Grande ma, anni fa avevo visto in Iran la piazza di Isfahan, che è molto più grande e sicuramente più vivibile.

La piazza era solo una marea di persone e, la paura di perdersi, ci ha molto limitato. Ho intravisto il mausoleo di Mao, ma niente di particolare. Non so perchè, ma i mausolei dedicati a questi personaggi che hanno fatto la storia (anche quello di Lenin) sono molto tristi, scuri e angoscianti. La piazza mi ha ricordato il ragazzo solo contro i carriarmati…e, forse, questa è stata l’unica vera emozione che ho avuto.

E poi, la Città Proibita. Avevo visto il film ” L’ultimo imperatore ” di Bertolucci e avevo altre aspettative. Ho scoperto che è tutta ricostruita e che di antico c’è rimasta solo una scalinata, chiaramente tutta transennata per non far avvicinare i turisti. E’ stata costruita tutta in orizzontale  (contrariamente all’architettura cinese moderna) per” esplorare il piano umano “.

Il drago

Gli edifici non sono alti, ma circondati da spazi enormi. Ogni edificio ha una funzione politica, religiosa, familiare. Infatti  gli edifici della famiglia dell’imperatore sono in fondo alla cittadella. Il nome cinese significa ” Purpurea città Proibita ” e si riferisce alla Stella Polare  (al centro del mondo celeste e simbolo dell’imperatore ), ma anche al colore delle mura ( porpora ) associato alla regalità.

Sono una persona molto attirata dai simboli e, infatti, nella Città proibita mi hanno affascinato: il drago, che appare scolpito o dipinto ovunque. il drago rappresenta l’imperatore e la fenice l’imperatrice. Spesso queste due figure sono insieme. Il drago ha sempre avuto presa sull’immaginario collettivo cinese. Ho provato a chiedere alla nostra guida il significato della diverse rappresentazioni del drago: drago che insegue una perla infuocata (rappresentazione della ricerca della purezza ), drago del mare, drago delle paludi…ad un certo punto mi sono persa.

Ci sono anche raffigurati leoni e leonesse con colori molto vivaci. La leonessa tiene il leoncino sotto una zampa (i cinesi credevano che le zampe dei leoni secernessero il latte) e il leone tiene una sfera. Ma visitare la città proibita è stata un’impresa faticosa. Ad un certo punto abbiamo preferito rifugiarci nel Parco di Beihai.
Luogo molto riposante e bello. Appena si entra ci sono gli alberi dove sono appesi cartellini con le preghiere…e, subito dopo esserci seduti in una sala da tè in riva al lago, sono arrivati i pulitori di orecchie per sentire se avevamo bisogno dei loro servigi.

La Grande Muraglia, le tombe e i tombaroli!

Il giorno dopo, con la solita aria piovigginosa pechinese, ci siamo diretti verso la Grande Muraglia. Prima di arrivarci facciamo una sosta a 48 km da Pechino per visitare le Tombe degli Imperatori Ming. Anche qui tante le similitudini con l’Egitto.
L’imperatore preparava la tomba ancora in vita, sceglieva il luogo e doveva avere l’ingresso rivolto a sud (secondo i dettami del feng shui).

Erano tombe con un enorme quantità di oro, argento, porcellane e altri tesori dell’imperatore da portare nell’al di là. Ma anche in Cina esistono i tombaroli e non è stato ritrovato quasi niente. Il percorso seguito dalla bara e dal corteo funebre partiva da un portale a 5 arcate e uno in mattoni a 3 arcate.

Dopo il padiglione della Stele, che celebra gli imperatori Ming, si entra nella Via degli Spiriti, bellissima, fiancheggiata da statue di animali veri e mitologici e da statue di funzionari.Si passava  poi dalla porta del Drago e della Fenice e su di un ponte a 7 arcate, prima di arrivare alla cripta. In tutto ci sono 13 tombe, ma ne sono state scavate solo 3.

[Inciso: è stata una camminata molto suggestiva, resa ancor più emozionante dalla pioggerellina che aumentava la sacralità del luogo e il silenzio che lo circondava.]

 

La grande Muraglia

Dopo altri km di pulman, ecco  la Grande Muraglia. Vista da lontano un’opera colossale che segue le ondulazioni delle colline e delle montagne.  La grande Muraglia attraversa la Cina da Nord Est e arriva, semicrollata, nel deserto del Gobi. E’ bellissima…vista da lontano.

Un po’ di numeri: è lunga 6430 Km., fu iniziata già nel VII secolo a. c.dal primo imperatore Qin, che unificò la Cina (quello dell’Esercito di Terracotta ). Fece unire i posti di segnalazione e i bastioni che già esistevano e doveva servire per difendersi dalle tribù ostili del Nord (Mongoli ). Fu finita nel XIV secolo e costò la vita a tante persone per sfinimento o malnutrizione.

Ora molta parte è distrutta, è stata ricostruita con i bastioni in alcuni punti per turismo, soprattutto vicino alle città (Pechino su tutte ). La mia resistenza psico-fisica sulla Grande Muraglia è durata 10 minuti. Mi è piaciuta tantissimo da lontano..ma sopra troppa gente. Visitare la Cina, per me, è stato un non indifferente problema psicologico. E purtroppo condiziona molto l’opinione che io mi sono fatta su questo immenso paese.

I parchi: una delle poche bellezze godibili

Se però c’è una cosa che mi ha entusiasmato per i parchi di Pechino. Oltre a quello di Beihai ce ne sono altri molto belli e soprattutto molto grandi. I cinesi hanno questo amore per i parchi e li curano e li amano moltissimo, anche perchè ci passano molto tempo.

Ma, anche se non viene definito parco, sicuramente il Palazzo d’Estate, è un gioiello. Era la residenza imperiale ricca di templi, padiglioni, statue, sale, situata nel parco intorno al lago Kunming.
Molta storia del Palazzo d’Estate è legata all’Imperatrice Cixi ( 1835 – 1908 ) chiamata in Occidente “imperatrice vedova ” o ” Vecchio Buddha “.

Iniziò la scalata al poter come concubina, ebbe un figlio dall’imperatore che divenne a sua volta  imperatore a 5 anni, ma alla sua morte Cixi elevò al rango imperiale il nipote, ignorando tutte le leggi vigenti. E, per tutta la vita si dedicò all’intrigo politico e governò con pugno di ferro da questo luogo stupendo.

Infatti, appena si entra nel Palazzo d’ Estate, si trova la Sala della Benevolenza e della Longevità dove Cixi sedeva sul trono (è all’interno della sala ma non si può vedere!!!). La cosa più bella di quesato Palazzo è la statua della Chimera che si trova di fronte alla scala. La Chimera, mitica creatura, incrocio tra dragone, leone, cervo e altri animali appare sulla terra solo in tempo di pace.

Poi un susseguirsi di padiglioni e giardini, come il giardino della virtù e dell’Armonia con un enorme teatro dove Cixi si vestiva come la Dea della Misericordia. O la sala della Gioia dove Cixi si rifugiava d’estate. O il tempio del Dragone dove veniva a pregare per la pioggia.
Il tutto unito da un lungo, bellissimo corridoio a porticato decorato da migliaia di minuziosi dipinti che raffigurano miti e leggende cinesi. Il corridoio finisce al Battello di Marmo, una stravaganza splendidamente decorata, simbolo del declino della corte. Cixi, per costruirlo, sottrasse fondi destinati alla flotta navale. E’ una costruzione molto particolare e sono rimasta a guardarla a bocca aperta. L’avrei vista bene a Las Vegas, non certo a Pechino.

La Pechino che non ti aspettiM un labirinto pieno di fascino

E poi c’è la Pechino che non ti aspetti. Il lato umano di questa megalopoli: la Pechino vecchia o meglio gli Hutong di Pechino. Un labirinto decadente, pieno di fascino, la rete dei vicoli angusti che attraversano la città e il loro mondo a parte. Ci si può entrare a piedi, in bicicletta, o in risciò perchè i vicoli sono veramente stretti.

Noi siamo andati in risciò (esperienza divertente, ma un po’ azzardata). Sono i vicoli dove vive la gente, ma anche dove ci sono mercati e commerci di ogni genere. Sono un reticolo di corridoi minuscoli con sub-hutong, il chè fa diventare il tutto più confusionario. Certi hutong sono così stretti da dare un senso di oppressione.  Inoltre hanno nomi così fantastici che fanno a botte con la città che li circonda: vicolo della pioggia, della fortuna, vicolo luminoso, della felicità oppure nomi dei mercati che vi si svolgevano: vicolo dei fagiolini fritti, del boccone aromatico, del sesamo nero.

E ancora: vicolo della terra pulita ( buddhista ), dei 3 che non invecchiano mai, del berretto a coda di cavallo. Per i dettami del feng shui (che ancora oggi viene usato per costruire) la maggior parte è orientata in direzione est-ovest, mentre le porte e i portali sono rivolti a sud, come nei templi. Gli hutong hanno una struttura ad alveare, con cortili racchiusi da 4 mura.

Questi nidi racchiudono un cortile comune, chiuso dai lati da una casa e ospitano intere comunità. Alcuni cortili hanno magnifici portali decorati con scritture cinesi o con motivi religiosi o con piastrelle ornamentali. E le antiche case tradizionali hanno le inconfondibili tegole grigie. Ci vivono tanti pechinesi, ma presumo siano i più poveri, perchè è l’unico posto dove i bambini vendono cianfrusaglie  per raccattare qualche soldino. Questa parte di Pechino mi ha affascinato. La Cina quì ha un volto umano e solidale e dimostra di non aver perso del tutto la sua grande civiltà storica in nome della tecnologia, del progresso e dell’enormità.

Un mondo che è una contraddizione continua

Io un viaggio in Cina lo consiglierei per scoprire questo mondo così avanzato per alcune cose, ma anche così legato alle proprie tradizioni. Un mondo che è una contraddizione continua che in certi momenti ti affascina e in altriti fa anche un po’ di paura. Forse è la parte della  terra che somiglia di più a ” 1984 “di Orwell, ma che riesce, anche, a far sopravvivere il suo grande passato.

 

Sandra Focacci