Ogni periodo dell’anno è scandito da preparazioni che seguono le stagione, le feste, insomma il ritmo delle nostre vite. I dolci sono un momento che accompagna la festa e quindi hanno una grande valenza simbolica ed entrano a pieno titolo nei ricordi. Le frittele di riso  sono una bontà del periodo di carnevale che arriva da un tempo lontano. In realtà si preparavano per San Giuseppe ma oggi le troviamo anche prima.

Un’antica tradizione

Una tradizione in particolare del centro Italia anche se l’abitudine dei  dolci fritti la ritroviamo un po’ in tutta la penisola.  Una  saper fare  antica che ancora oggi pasticcerie e forni ripropongono a partire dai primi giorni di febbraio.
Una prima versione si ritrova nel “Libro de arte coquinaria” di Maestro Martino de’ Rossi. Martino de’ Rossi o Martino de Rubeis, detto Maestro Martino nato negli anni 30 del 1400.  È stato un cuoco e gastronomo italiano  autore  del volume che è stato il caposaldo della letteratura gastronomica italiana. Nel  “Il Libro de Arte Coquinaria” si testimonia il passaggio dalla cucina medievale a quella rinascimentale. Sessantacinque fogli scritti in lingua volgare non numerati, di datazione incerta, che mostrano una cucina estrosa mai noiosa. L’abbandono di spezie, così presenti nella cucina medievale dei signori,  e un recupero del gusto diretto dei cibi sono il simbolo del passaggio epocale.

Sulle frittele di riso leggiamo:

Fa’ cocere il riso molto bene ne lo lacte, et cavandolo fora per farne frittelle observerai l’ordine et modo scripto di sopra con mano ovvero in quale altra forma ti piace, mettendole a frigere in bono strutto o botiro, overo in bono olio , excepto che non gli hai a mettere né caso (formaggio) né altro lacte”.

 

Le frittell

Frittelle di San Giuseppe

le frittelle di riso che si cucinano per il 19 febbraio festa di San Giuspeppe e del papà

  • 400 g latte intero
  • 100 g acqua
  • 1 bustina di lievito per dolci oppure 90 grammi pasta madre
  • 200 gr riso originario o arborio ma mai parboiled perché deve cuocere bene
  • 70 gr farina 00
  • 60 gr uvetta di quella buona
  • 100 gr zucchero semolato non finissimo
  • 3 cucchiai Vin Santo
  • 50 gr succo di arancia
  • 3 uova
  • 1 scorza limone
  • 1 scorza arancia
  • 20 gr burro
  • 1 bacca vaniglia
  • 1 pizzico sale
  • 1 pizzico cannella in olvere
  • 1 litro olio di semi per fritti di qualità
  1. Prima di tutto far cuocere il riso nel latte e acqua con lametà dello zucchero, la scorza dell’arancia e del limone (che poi toglierete),il burro, il pizzico di sale. Fate attenzione che non si attacchi e per questoè meglio usare un tegame antiaderente. Se il liquido non dovesse bastare afinire la cottura scaldare un altro po’ di latte con acqua aggiungendo 1cucchino di zucchero.

  2. Intanto mettete a bagno l’uvetta nel vin Santo se volete aggiungerla all'impasto.

  3. Quando il riso è ben cotto mettetelo in una ciotola e fatelo raffreddare

  4. Se usate la pasta madre fatela sciogliere con il succo di arancia altrimenti scioglieteci la bustina di lievito

  5. Aggiungete al riso freddato insieme allo zucchero rimasto, la farina, le uova leggermente sbattute

  6. Strizzate l’uvetta e aggiungerla all’impasto insieme alla cannella e ai semi di vaniglia. Girare bene e mettere in frigorifero a riposare per 12 ore. Potrete usarel’impasto necessario via via che serve visto che si mantiene qualche giorno ben coperto.

  7. Prima di friggere tenete un po’ fuori dal frigorifero. Scaldate l’olio da frittura in un tegame alto perché le frittelle devono “galleggiare”

  8. Preparate un vassoio con della carta da fritti e uno con lo zucchero semolato

  9. Aiutandovi con un cucchiaio quando la temperatura dell’olio sarà ottimale ( 170° circa) mettete l’impasto. Vedrete che le vostre frittellesi gonfieranno subito cuocetele brevemente e scolatele con la schiumarolamettendole prima nella carta da fritti per poi rotolarle nell’ zucchero semolato.

e un tempo si facevano con il riso originario piccolo e tondo e ricco di amido oggi spesso sostituito dal più “nuovo” Carnaroli.    Si aggiunge anche uvetta. Poi c’è chi le arricchisce riempiendole di crema o con il cioccolato, chi toglie la farina e monta le chiare a neve. Noi qui diamo una ricetta abbastanza classica.

Le frittelle sono buone anche in semplicità solo con il riso, calde e avvolte nei granelli di zucchero che  si sciolgono in bocca ma “si fanno mangiare” anche fredde quando lo zucchero esterno è stato incorporato. Ecco allora la ricetta classica.

Volete leggere di altre frittelle? Ecco quelle greche di pomodoro