Che il dio profitto sia ciò che spinge  la società in cui viviamo lo sappiamo tutti. Ma chi come noi “annusa” l’aria sa che il cambiamento è iniziato e che non sarà “tutto semplice” per chi non rispetta la salute dell’ambiente e la sua armonia.

Per questo per noi resta un assoluto mistero come sia possibile che in un territorio che aspira a diventare Patrimonio culturale mondiale dell’Umanità si conceda allegramente la costruzione di una ciminiera altra 62 metri. In Toscana molta parte del territorio vive di integrazione tra attività dell’uomo, natura e bellezza.

Colpisce quindi che sia stato necessario formare un Comitato per la tutela e la difesa della Val d’Elsa.  Per chi non è toscano val la pena inquadrare meglio: siamo in area Chianti. Agricoltura, paesaggio, buon cibo, buon vino e armonia secolare di forme e colori.

Barberino Tavarnelle, Certaldo, Poggibonsi e San Gimignano

I Comuni di Barberino Tavarnelle, Certaldo, Poggibonsi e San Gimignano  potrebbero rischiare di perdere parte della loro bellezza e salubrità. La Torre più alta della turrita San Gimigano potrebbe dover rivaleggiare con quella più alta di ben 10 metri la cui costruzione è prevista nel fondovalle. Il neo comitato vuol veder chiaro sulla costruzione di questa ciminiera e anche sulla necessità del raddoppio delle giornate lavorative.

A richiedere la costruzione della ciminiera e l’aumento di produzione è la Distilleria  Deta. Un pezzo di storia di questa valle.  Nata nel lontano 1926 la distilleria è passata di mano in mano, crescendo  distillando le vinacce di zona. Un lavoro compatibile con la vita e il lavoro che si svolge su queste colline. Nel 2017 deta  è entrata a far parte delle Distillerie Mazzari S.p.A azienda leader mondiale nella produzione di Acido Tartarico Naturale ed importante realtà nel settore di produzione di Bioetanolo, di Alcool etilico ad uso alimentare ed industriale, Acquaviti e Brandy.

Molti non ci fanno caso perchè i fumi che oggi ristagnano nella vallata sembrano romantiche nuvole basse. I fumi ci sono e la aumentata produzione fa sì che siano sempre più presenti.

 

Da una produzione locale ridotta si è passati ad una super produzione. Ma non basta.

Per comprendere meglio la situazione abbiamo ascoltato la Vice Presidente del ‘Comitato per la tutela e la difesa della Val d’Elsa’ formato da 15 persone tra aziende e  cittadini che vivono in questo territorio e  “di questo territorio” vivono.

Il Comitato tutela e salute della Val d’Elsa non vuole impedire il lavoro ma vuole solo  comprendere meglio,  – ci racconta Antonella D’Isanto – La distilleria chiede di raddoppiare le giornate lavorative portandole da 150 a 300 e di costruire una ciminiera di 60 metri con lo scopo di portare fumi e vapori più in alto. Questo perché nella Val d’Elsa c’è una pressione atmosferica che tiene sul fondovalle i fumi nauseabondi derivanti dalla produzione. Noi non siamo tecnici e vogliamo comprendere la composizione di questi fumi perché ci sono stati degli studi ma vogliamo vederci chiaro.

Infatti, uno studio dell’Arpat aveva inizialmente dato parere negativo ma l’azienda ha portato alcune controdeduzioni e quindi si è arrivati alla proposta della costruzione di una ciminiera di 60 metri per smaltire i fumi.

 

“Sul territorio stanno arrivando vinacce anche dal resto d’Italia e l’azienda ha necessità di aumentare la produzione. Non più solo vinacce locali che impegnavano i mesi di minor afflusso turistico della zona. Il nostro è un territorio a grande vocazione turistico-ricettiva, ci sono aziende vinicole che hanno fatto sacrifici per ottenere la certificazione bio, siamo un territorio arancione dobbiamo stare attenti a ciò che può compromettere tutto questo.”

Uno studio sui fumi

Il comitato intanto si rivolto a dei professionisti e sta cercando di capire dalla Regione cosa sta accadendo. La cittadinanza è stata coinvolta da remoto e alcuni, allettati da un aumento di posti di lavoro, che pare potrebbero non arrivare neanche a 10, si sono lasciati convincere senza porre alcun dubbio.

Ma se ci fossero problemi a fronte di pochi posti di lavoro se ne perderebbero molti altri perché un ambiente incontaminato oggi è l’unico stimolo per la ripartenza di un territorio. E la salute? Cosa contengono quei fumi? Portali più in alto cosa significherebbe? Che ricadute avrebbero sul territorio? E quella ciminiera così alta come potrà poi far inserire questo paesaggio tra quelli patrimonio dell’Umanità?

Dalle prime “indagini” del comitato nato il 18 gennaio, stanno emergendo cose interessanti per ora secretate.  “Noi non abbiamo pregiudizi – dice ancora la vice presidente – ma vogliamo solo vedere chiaro per essere sicuri soprattutto dal punto di vista della nostra salute.”