Siamo saliti in montagna per raccontare un esempio virtuoso di rinascita che mai come di questi tempi serve a riscaldare il cuore e le prospettive di un 2021 di ripartenza.
Per l’esattezza siamo andati a esplorare da vicino le meraviglie naturalistiche del Cadore fermandoci ad Auronzo, cuore del territorio.
E’ qui che grazie alla cooperativa agricola locale nasce il futuro della montagna.

Alba sulla Val Ansei, Tatiana Pais Becher

Auronzo, il paese delle Tre Cime di Lavaredo

Siamo nell’estremo nord del Veneto, a pochi passi dalla modaiola Cortina e accanto al Comelico e alla Val Pusteria. Auronzo di Cadore è la capitale delle Dolomiti bellunesi e si trova a pochi passi dal confine austriaco.
Il paese è la base di partenza ideale per scoprire un territorio ampio e boscoso fra cui spiccano le Tre Cime di Lavaredo, simbolo delle Dolomiti.
Da non perdere in paese la passeggiata intorno al lago di Santa Caterina in cui si specchia il centro storico. Otto chilometri in pianura da vivere a pieni polmoni in ogni stagione inebriandosi del profumo degli abeti.
Poco fuori dal paese c’è invece il polo di monte Agudo dove in breve, con gli impianti di risalita, si arriva alla vetta ammirando dall’alto il paese e di fronte lo splendido scenario dei monti Cadini e si può discendere d’inverno per venti chilometri di piste da sci mai sovraffollate e d’estate a bordo dell’adrenalitico fun bob più lungo d’Europa.

Veduta da Monte Piana, Nadia Fondelli

Abbracciando le Tre Cime

Maestose e affascinanti, le Tre Cime di Lavaredo sono il simbolo stesso non solo delle Dolomiti che proprio al loro cospetto dieci anni fa sono state elette patrimonio dell’umanità, ma dell’intera catena alpina.
Sfruttatissime nel marketing che le riproduce in ogni stagione e in mille sfumature è imperdibile viverle da vicino, fin quasi ad avere la sensazione di toccarle.
Vi consigliamo di salire in auto al rifugio Auronzo a quota 2333 metri e qui lasciare l’auto per proseguire a piedi, oltre la cappellina, sul sentiero che consente in alcune ore di fare il periplo delle Tre Cime. Dopo appena mezzora di sali scendi adatto a tutti si raggiunge la forcella Lavaredo a 2454 metri. Da qui nel silenzio assordante rotto solo dal brusio del vento che muove i fili d’erba e dal battito delle ali degli uccelli che attraversano la gola, è come trovarsi ai piedi della cima Piccola (2857 m.), la cima Grande (2999 m.) e la cima Ovest (2973 m.). E’ facile perdersi davanti all’energia di cotanta maestosità ma vale la pena muoversi in direzione del rifugio Lavaredo poco distante per avere la perfetta visione dello Spigolo Giallo, la palestra di sesto grado dei più grandi scalatori del mondo.
Pare davvero di abbracciarle le Tre Cime da questa posizione privilegiata e in realtà c’è chi le ha abbracciate davvero.

 

Tre cime Lavaredo, Nadia Fondelli

La catena umana che ha fatto il giro del mondo

Le Tre Cime di Lavaredo sono state protagoniste nel 2009 e nel 2015 di un abbraccio di oltre seimila persone.
La prima catena umana, che ha avuto la benedizione anche di Bob Geldof padre della più grande reunion musicale della storia, si è svolta quando a l’Aquila erano riuniti i grandi della terra. “Le Dolomiti abbracciano l’Africa” fu il nome del grande abbraccio che chiedeva di rispettare gli impegni presi dall’Europa nei confronti dei paesi del sud del mondo.
L’Associazione “Insieme si può” conscia del grande potere mediatico di quest’abbraccio simbolico fra cielo e nuvole ha ripetuto l’evento nel 2015 con un urlo silenzioso contro ingiustizia, ignoranza e per ricordare i diritti umani; non a caso in un luogo simbolico dove cento anni fa gli uomini si combatterono senza pietà.

Basta sedersi su una roccia per sentire l’eco di quegli abbracci che torneranno appena possibile per una terza edizione per mandare ancora un messaggio forte lì a un passo dal cielo come ci ha raccontato l’ideatrice di questi due eventi mondiali e attuale sindaco di Auronzo di Cadore, Tatiana Pais Becher.

Misurina d’inverno Tatiana Pias Becher

Misurina, lo specchio di smeraldo dall’aria speciale

La frazione di Auronzo di Cadore più celebre è senza ombra di dubbio Misurina, celebre in tutto il mondo per il suo lago incastonato fra le vette più belle delle Dolomiti: Tre Cime di Lavaredo, i Cadini, il Sorapìss, il Cristallo.
Un luogo fiabesco da vivere in ogni stagione dell’anno. D’inverno per le lunghe passeggiate anche con le ciaspole al cospetto delle vette innevate e d’estate per passeggiate o biciclettate annusando gli odori dei millefiori di montagna.
Misurina è però famosa in tutto il mondo per una particolarità che la natura gli ha regalato. La sua aria infatti particolarmente balsamica grazie agli abeti e al pino mugo è curativa per gli asmatici e per chi soffre di malattie respiratorie in generale e non a caso, proprio nelle acque gelide del lago di Misurina si specchia possente la sagoma del centro riabilitativo Pio XXII che dai tempi della Mitteleuropa ospita i bimbi e gli adolescenti di mezza Europa per guarire. Purtroppo questo centro rischia di chiudere a fine anno perché oggi i pediatri preferiscono prescrivere qualche prodotto farmaceutiche anzichè l’aria salubre delle Dolomiti.

Malga Maraia, Nadia Fondelli

Le malghe 2.0

Malga Maraia e Malga Popena sono due perle risorte fra le vallate e le cime delle Dolomiti bellunesi. L’esempio virtuoso di come sia possibile costruire il futuro dell’economia di montagna per evitare spopolamento, invecchiamento e abbandono.
Con grande coraggio la cooperativa agricola Auronzo-Val d’Ansei ha deciso di osare e investire ristrutturando prima il vecchio edificio in pietra a quota 1696 metri di Malga Maraia e poi ripetere la stessa operazione a Malga Popena. Un investimento non solo negli edifici che risaltano la pietra strizzando l’occhio a uno stile minimal – ambientale, ma soprattutto umano.
Sono infatti una trentina i nuovi posti di lavoro creati grazie a queste malghe per le attività di silvocoltura, pascolo, agricoltura, frutticultura, agriturismo e ristorazione.
I giovani ad Auronzo possono decidere di rimanere in montagna recuperare dal passato il loro futuro e proteggere ambiente e natura.
Nascono così le malghe 2.0 con un progetto d’innovazione montanara e sviluppo sostenibile della montagna

Malga Maraia cibo, Nadia Fondelli

Cucina gourmet d’alta quota

Qui è possibile gustare anche la migliore gastronomia del Cadore degustando i prodotti coltivati nelle malghe ammirando il paesaggio delle Marmarole. Imperdibile il tagliere di salumi e formaggi locali serviti con crostini aromatizzati e confettura di cipolla. Fra i primi da assaggiare la specialità locale ovvero gli gnocchi di patate all’auronzana serviti con burro di malga fuso e una spruzzata di ricotta leggermente aromatica. Fra i secondi piatti la scelta è difficile: fra i corroboranti padellino con formaggio, patate, speck e uova e il piatto del malgaro con salsiccia, formaggio alla piastra, polenta e funghi.
Per finire un affaccio fuori dalla finestra ad ammirare le vette che cambiano colore rincorrendosi con le nuvole basse e accompagnare un ottimo strudel di mele con un’amabile grappa aromatizzata ai frutti di bosco di produzione malgara.

Trincee sul Monte Piana, Nadia Fondelli