Per “Il libro è servito” questa volta la vogliamo fare grossa davvero! Andiamo infatti a stuzzicare con il nostro ‘anomalo’ punto di vista uno dei capisaldi della letteratura mondiale dell’Ottocento, “La macchina del tempo”, che lo scrittore inglese Herbert George Wells dà alle stampe nel 1895, praticamente inaugurando il filone fantascientifico dei viaggi nel tempo.

La bellezza di questo romanzo, che – breve inciso da bibliofilo – abbiamo avuto modo di gustare nell’edizione della Collana Strenne Corticelli di Mursia abbinato a un altro classico dello stesso autore, “L’isola del Dottor Moreau” (1896), qui tradotto come “L’isola delle bestie”, la bellezza de “La macchina del tempo”, dicevamo, è che conduce veramente nel futuro, con tutte le paure, le incertezze, gli avanzamenti, i ritorni all’indietro e le fughe in avanti che inevitabilmente una tale esperienza produrrebbe nell’animo e nel fisico umano. Fantasia e scienza, unite a una visione: non sempre scrittori e registi di fantascienza ricordano o conoscono quest’ultima dimensione. Testo notevole anche per la capacità di sintesi del geniale Wells.

La  macchina del tempo : l’analisi di Enrico Zoi

Fatti i doverosi omaggi al libro, più volte oggetto di trasposizioni cinematografiche, proviamo ad analizzarlo partendo dalla nostra consueta e un po’ eccentrica angolatura enogastronomica.

Mettiamo le mani avanti: è difficile. Difficile, però non impossibile. Infatti, se non ci sono spuntini con amici, né bevute epiche con conseguente esaltazione e rimozione di emozioni e ricordi, né le sollecitazioni quasi pittoriche di certe descrizioni che colorano e arricchiscono tanta letteratura, il cibo ha qui un ruolo importante (non a caso la storia ha inizio dopo un pranzo!), nel presente e nel futuro. Proveremo a parlarne, ovviamente cercando di non spoilerare, o quasi!

I “desideri” di un viaggiatore nel tempo

Tanto per cominciare, stiamo nel presente (e con i piedi per terra) e registriamo come i primi desideri del “Viaggiatore nel Tempo” (così è indicato il protagonista) al suo ritorno siano vino e carne…

Non aprì bocca, ma avanzò penosamente fino alla tavola e fece un movimento per cercare del vino. Il Redattore riempì un bicchiere di champagne e lo spinse verso di lui: lo vuotò d’un fiato e sembrò gli giovasse, poiché fece il giro della tavola con lo sguardo e l’ombra del suo vecchio sorriso gl’illuminò debolmente il volto”.

E nelle pagine seguenti…

Vado a lavarmi e a vestirmi, poi scenderò a spiegarvi come stanno le cose… Avanzatemi del montone. Ho una voglia matta di un po’ di carne”.

Il Viaggiatore nel Tempo sedette al suo posto senza pronunciare parola; sorrideva tranquillamente come al solito – Dov’è il montone? – chiese. – Com’è piacevole affondare ancora la forchetta nella carne. – Il racconto! – disse il Redattore. – Al diavolo il racconto! – replicò il Viaggiatore nel Tempo. – Ho bisogno di mangiare qualcosa, e non dirò una parola fino a che non avrò rifornito di peptoni le mie arterie. Grazie. Il sale, prego. – Solo una parola, – dissi -. Ha viaggiato nel Tempo? – Sì – rispose il Viaggiatore nel Tempo con la bocca piena e facendo un cenno con il capo”.

Perché questa voglia di carne? Semplicemente perché, nel futuro, di cui non anticipiamo altro, la sua permanenza fra gli eterei Eloi lo aveva costretto a una dieta a base di frutta…

La frutta…i vegetariani del futuro

La frutta […] era il loro solo alimento. Quegli esseri del lontano futuro erano rigorosamente vegetariani, e finché rimasi fra loro, nonostante il mio desiderio di mangiare la carne, dovetti essere frugivoro. A dire il vero scoprii che non esistevano più cavalli, armenti, greggi e cani. La loro specie si era estinta come quella degli ittiosauri. La frutta però era veramente deliziosa: un tipo in particolare, che sembrava essere di stagione per tutto il periodo che rimasi là (aveva la polpa farinosa e l’involucro triangolare), era assai gustoso e diventò il mio cibo principale. Rimasi dapprima imbarazzato fra tutta quella frutta e quei fiori strani e sconosciuti, ma più tardi imparai ad apprezzarli”.

Profetico Wells? Un po’ sì. Certo, nel ventunesimo secolo, non siamo al livello degli Eloi dell’anno 802.000, ma le diete vegetariana e vegana, oggi tanto attuali, probabilmente provocherebbero un certo imbarazzo e stupore al nostro Viaggiatore nel Tempo amante del montone!

Infine, dopo gli Eloi, arrivano i Morlocchi… ma qui ci fermiamo. Abbiamo o non abbiamo promesso di non spoilerare?

“La macchina del tempo”, di Herbert George Wells. Il libro è servito!