Un altro romanzo breve cade sotto i nostri riflettori, sempre accesi con una luce tra il letterario e l’enogastronomico. Si tratta di “Dove un’ombra sconsolata mi cerca”, di Andrea Molesini, del 2019.

Che è proprio un gran bel libro. Nelle sue pagine, l’intero insieme panoramico degli avvenimenti trascorre come un concreto flusso di coscienza, ritmato dai ripetuti flashback e flashforward temporali, mentre niente si trascura nell’alveo – ma verrebbe voglia di dire nella laguna – di una narrazione profonda e dettagliata, tuttavia mai prolissa.

Venezia

Il testo dello scrittore veneziano è un ottimo esempio di sintesi poetica e letteraria, in cui si drammatizzano personaggi ben definiti nella loro evoluzione umana e si dipingono molti temi: dall’amicizia all’amore, dalla Resistenza al tradimento, dalla cultura al rapporto padre/figlio, dall’orgoglio alla paura, dal senso di appartenenza a… Venezia, fino ad abbracciare e comprendere tutti gli orrori e ogni meraviglia di questa incredibile scommessa che è la vita di ciascuno di noi.

E in tale sfida e scommessa, accanto a dolori, umori, odori, drammi, tragedie, misteri, luci, albe, notti e tramonti veri e metaforici, la componente cara alla nostra piccola rubrica assume una rilevanza, sì, paritaria con le altre, ma, nel caso presente, determinante nel comporre l’affresco definitivo.

la chiave di lettura

La chiave di lettura è, a nostro avviso, proprio quella della pittura. Come in ogni opera d’arte, ciascuna pennellata – che raffiguri il tema centrale, lo sfondo o un particolare -, è essenziale alla bellezza e all’efficacia del risultato finale, così, nel romanzo di Molesini, piatti, cibi, bevande e pasti compongono il carattere, l’armonia, le emozioni, la realtà più profonda di personaggi e situazioni. Sono, dunque, ingredienti poetici indispensabili.

Al punto che, se è inutile procedere ad un elenco, è altrettanto difficile estrapolare qualche citazione. Cosa che comunque faremo, giusto per dare un valore alle nostre opinioni. Ma solo due, per non togliere al lettore il piacere della scoperta, diciamo due assaggi.

Guerra, cavolo e cicoria

Siamo nell’ottobre del 1940. Guido, il protagonista, ha dieci anni e il brano è un esempio dell’amalgama narrativo dell’autore: “Il naso della mamma era piccolo, un poco all’insù, e sembrava fatto apposta per il viso che l’incorniciava, dove i suoi occhi verdi spadroneggiavano. Lei annusava il mondo prima di guardarlo, ascoltarlo, toccarlo. E distingueva il puzzo di un tedesco da una certa distanza: ‘Lavano le divise con un sapone diverso dal nostro, e la loro pelle sa di zolla, di cavolo e cicoria, mentre la nostra sa di sale, di pomodoro e di pietra focaia’. Prima di fare una frittata mi faceva annusare le uova. Un uovo alla volta, prima con il guscio, poi aperto sulla padella e poi fritto e magari impanato e dorato, dovevo parlarle degli odori che sentivo. Una volta le dissi che la chiara sapeva di carta bagnata, come i mappamondi di mio padre, quando i colori stentavano ad asciugare. Mi mandò a letto senza la cena. ‘Devi imparare a essere preciso, quando parli del mondo’”.

Andiamo poi al luglio del 1943. Guido è insieme all’amico Scola: “Accostammo la sanpierotta sotto una delle tamerici della riva sud di Torcello. Il sole picchiava e il riparo ci diede sollievo. Io avevo nel sacco del pane e formaggio. Lui tirò fuori da un secchio di stagno che teneva nel gavone di prua una manciata di conchiglie bagnate che il sole filtrato dai rami fece rilucere. Io non riuscivo a inghiottire i molluschi che Scola sgusciava, quella cosa bianca e molle mi faceva pensare al muco e mi diedi al pane e formaggio. Lui invece sgusciava e inghiottiva e solo di tanto in tanto addentava il formaggio. ‘Hai sete?’. ‘Sì’ dissi. Dal gavone uscì un fiasco. Era pieno di acqua e vino e la cosa mi fece piacere perché il vino da solo non mi andava. Mi trattenni dal pulire il fiasco quando me lo passò anche se mi sembrò di vedere una traccia della sua saliva sul bordo: un uomo non è schifiltoso”.

“Dove un’ ombra sconsolata mi cerca”, di Andrea Molesini. Il libro è servito!