Articolo di Elena Tempestini – Quando vi è una estensione del nostro modo di pensare abituale, si modifica anche il modo nel quale percepiamo il mondo che ci circonda, e forse non dovremmo più usare la parola “realtà virtuale”, ma ambiente virtuale. In questo momento stiamo tutti abitando in un immenso stato. Parliamo di confini, ma la quarantena ci sta insegnando che esiste solo una nazione immensa, con un territorio che è il più esteso del mondo, il social network.

coronavirus

Un ambiente virtualmente reale

Questo ambiente è virtualmente reale, si sta espandendo in modo vertiginoso in questo periodo, e trova la sua forza nella non appartenenza a nessun Governo a nessuna Istituzione e neppure a un servizio commerciale, un’indipendenza assoluta che rende la “rete” un linguaggio globale completamente libero ma anche a rischio di anarchia. Tutti gli aspetti della realtà della vita che viviamo sono interconnessi con la rete, sensori che ad altissima velocità stanno cambiando quotidianamente i nostri stili di vita, il modo di comunicare, di lavorare e di relazionarsi.

aereo in volo con skyline
Foto di Roberta Capanni

Se pensavamo di averlo compreso da tempo, è adesso che lo stiamo sperimentando seriamente. La tecnologia ci è amica, dovrà divenire il nostro modo di pensare globale, quello che semplificherà  la vita degli individui che compongono la società, incrementando l’efficienza aziendale e qualitativa con una informazione più diretta e veloce.

Cultura digitale ai tempi del coronavirus

Ma dobbiamo anche avere una maggiore cultura ed educazione nel verificare le fonti delle notizie che leggiamo, imparare a controllare le date di pubblicazione, non limitarsi a leggere solo dei titoli, disciplinare la nostra impulsività imparando a chiedere a chi ne sa più di noi, sia come professionista dei vari campi e del giornalismo professionale.