C’era una volta Vinitaly 2019…“C’era una volta” nel senso che per esserci stato c’è stato, e pure noi ci siamo stati. Abbiamo decantato la miriade di degustazioni per proporvi una piccola selezione. La nostra bussola? Bollicine e progetti che stiamo tenendo d’occhio. Del resto il mondo delvino oggi è moto ampio…(LEGGI)

La Mandoletta by Bonzano è un Piemonte Doc spumante, metodo classico 28 mesi sui lieviti. Pinot nero e chardonnay si condensano in un giallo brillante, una bollicina fine, un profumo di frutta a pasta bianca e crosta di pane. Perché diciamo si? per la cremosità in cui si sublima.
Di Bonzano a Vinitaly abbiamo degustato anche Hosteria 2017, Monferrato Rosso Doc, un blend di barbera e pinot nero. Colore rosso rubino, floreale, armonico e fresco, bevibile ma complesso. Piacevole da bersi solo ma lo immaginiamo su una tavola ricca di sapori.

Vinitaly 2019. Le bollicine piemontesi

Blanc de Noirs by Poderi dei Bricchi Astigiani: Piemonte Doc spumante brut, metodo classico 24 mesi sui lieviti. Pinot nero, giallo paglierino, cristallino, bolla sottile e persistente. Il profumo di fiori bianchi avvolge naso e bocca in modo fresco. Perchè si: nato 2 anni fa, le prime due sboccature non sono uscite dall’azienda, indice della severa selezione a cui è sottoposto.

Akénta Sub 2017 by Cantina Santa Maria La Palma: metodo charmat extra dry affinato a 40 metri sotto il mare. 100% vermentino la ‘culla’ marina gli dona una bollicina sottile e riflessi cristallini su un giallo paglierino. Il profumo di mela verde è delicato e accompagnato da sentori floreali. Perchè si: data l’eleganza quasi stupisce scoprire la sua patria potestà, una cantina cooperativa dall’orgoglio sardo.

Vinitaly 2019: fra grandi classici e novità

J 2018 by Biondi Santi: rosato frutto di 12 ore di macerazione sulle bucce. Cristallino e dal rosa che vira al crouse, emozionando già alla vista. Intenso al naso e in bocca, si riconoscono le note di lampone e frutti rossi freschi. Perchè si: carismatico, ricercato, sapido e fresco non deluderà i palati avezzi a vini più corposi.

Vecchie Viti 2017 by Ruggeri: Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut. Glera, Verdiso, Bianchetta e Perera. Bollicina fine su un giallo paglierino che spinge al naso un profumo di mela verde delicato. Il nome spiega le sue origini: viti longeve sparse per tutto il territorio del Valdobbiadene. Perchè si: l’armonia del vino sposa il pensiero romantico di vecchie piante che sfiorano il secolo di vita (tra gli 80 e i 100 anni), portando con sé un pezzetto di storia.

Tra le nostre conoscenze (vedi Gustarviaggiando magazine di marzo-aprile 2019) La Collina dei Ciliegi: vi abbiamo parlato del progetto, a Vinitaly abbiamo comparato l’evolversi dei vini. Amarone della Valpolicella Doc 2007 vs  Amarone della Valpolicella Doc 2015. Corvina veronese, corvinone e rondinella, in percentuali diverse (55%, 40% , 5% nel 2007, 65%, 20% e 15% nel 2015). Per il 2007, 30 mesi in barriques nuove, affinamento in botte grande e bottiglia. Per il 2015, 24 mesi in legno e 6 mesi in bottiglia. Il risultato? Due vini dallo stile diverso. Il 2007 è integro e caratterizzato dall’amarena sotto spirito e un’ottima acidità. Note di legno sul finale non invadenti. Nel 2015 la storia cambia: al naso e in bocca la frutta rossa fresca, tra cui il lampone, evoca l’eleganza del terroir. Si ad entrambi, ma compararli è stato divertente per allenare i sensi.

Barbara Amoroso