Caterina de’ Medici la regina “bruttina” che portò l’arte della cucina ai francesi

Caterina de Medici è stata una figura femminile imponente. Donna molto forte e determinata, spesso spregiudicata e maliziosa, fu una politica non sempre dotata di grande senso dell’equilibrio nel manovrare i sottili fili del potere.
Non era ancora quattordicenne, quando Papa Clemente VII decise di darla in sposa al regno Francese. Caterina non possedeva il dono della bellezza, anzi era bruttina, bassa e di carnagione pallida, gli occhi  caratteristici della famiglia Medici, a palla, in un ovale troppo rotondo. La storiografia ci riporta definizioni del tempo non molto gentili nei suoi confronti, come quando arrivò per la prima volta in terreno francese e venne apostrofata come “grassa bottegaia fiorentina”. Caterina de' Medici bambina

Anche se il futuro re di Francia, Enrico II, rimase assai deluso dall’aspetto esteriore, la ragione di Stato prevalse, il matrimonio politico avvenne e Caterina de’ Medici Regina di Francia mise alla luce ben nove eredi, di cui tre futuri re di Francia e una regina di Spagna. Uno dei segreti del suo successo fu l’uso della maestria della cucina, della presentazione in tavola e dell’esaltazione della convivialità utile a tessere la ragnatela del potere.
Volle portare da Firenze tutti i serviti di piatti e posaterie insieme a una corte composta di cuochi e pasticceri, uomini dotati di maestria nell’arte culinaria, conoscitori della magia delle spezie e dei loro effetti afrodisiaci, nondimeno perfetti interpreti della superstizione che attanagliava Caterina, tanto da far ricordare nelle cronache dei tempi,  la descrizione di un banchetto avvenuto nel 1549, durante la quale festa vennero serviti cibi che dovevano essere divisibili per tre, il numero perfetto per la regina: “33 arrosti di capriolo, 33 lepri, 6 maiali, 66 galline da brodo, 66 fagiani, 3 staia di fagioli, 3 staia di piselli e 12 dozzine di carciofi”.

Si racconta che grazie all’introduzione alla corte francese da parte di Caterina de Medici, dell’uso della forchetta, la nuora Maria Stuarda nutrendo dissapori se non odio per la suocera, usasse rivoltare all’ingiù i rebbi della forchetta, per non vedere lo stemma Mediceo, usanza poi inserita nel galateo inglese. Molte furono le ricette elaborate dai cuochi fiorentini, quali lo chef Penterelli e, come citato dalle cronache di Pierre de Bourdeille Brantome storico e biografo francese della metà del cinquecento; la Regina di Francia Caterina de’ Medici, introdusse a corte il gusto della carabaccia fiorentina, meglio conosciuta come zuppa di cipolla, del papero al melarancio, della pasta sfoglia e dei gustosi dolci a forma di cavolo conosciuti come i bignè, divenendo il famoso profiterole, nonché delle pezzole della nonna in salsa colla. Quest’ultima ricetta, consisteva in frittatine a forma di pezzuola, arrotolate e ripiene di ricotta e verdure, condite con una salsa a base di farina e burro, le “future francesizzate “Crepes alla besciamella”.
Forse i francesci hanno dimanticato la grande Caterina de’ Medici ma sicuramente a lei devono tanto.

Elena Tempestini