I 5 mieli floreali più amati dagli italiani sono acacia, agrumi, timo e altri “floreali”. La prima delle sette famiglie, tra nettari dal sapore intenso, nettari più neutri e qualche consiglio per la cucina e la buona salute.
Vi abbiamo raccontato che il miele (LEGGI), così come il vino, non è un alimento sempre uguale a se stesso e monoaromatico. Tanti sono gli articoli in cui abbiamo approfondito l’argomento miele su Gustarviaggiando. Ha diversi nomi e qualità che differiscono tra loro in base a principi organolettici (profumi, sapori, aromi).
Abbiamo inoltre parlato delle sette famiglie che si spartiscono produzione e mercato. E’ tempo quindi di vederle un po’ più da vicino.

I 5 mieli floreali più amati
pianta di acacia

I 5 mieli floreali più amati? Al profumo di fiori

La prima che abbiamo deciso di proporvi è quella “floreale”. Il motivo? Primo perché è la più facile da descrivere in base alla Ruota Internazionale, con due sole sottosezioni (floreale fine” e “floreale fiorito) e una gamma molto semplice di odori e aromi. Che iniziano con i fiori di arancia e terminano con i petali di rosa o violetta. Il secondo motivo è che in questa famiglia abita il miele più amato e venduto in Italia. Sissignori, avete capite bene: Sua Maestà l’acacia!

Acacia. Il preferito degli italiani

A scanso di equivoci, vi dirò subito come la penso: a me l’acacia non piace. Non l’apprezzo come consumatore (atipico), perché miele è troppo leggero e insapore. Lo trovo sopravvalutato da esperto, in quanto scarso di appeal organolettico rispetto a molti altri prodotti. Anche della sua stessa famiglia.
Se mi consentite la forzatura,  lo considero un po’ come un’affascinante soubrette televisiva. Molta apparenza, ammaliante fascino, un pizzico di erotismo se volete ma, alla luce dei fatti, davvero poca sostanza.
Il simpatico paradosso è che l’acacia, così come la soubrette, piace al pubblico proprio per questo!

IL MIELE CHE PIACE

Sì, avete capito bene. Piace in primis perché ha poco profumo e scarso aroma. Cosa che ne fa comunque un ottimo dolcificante senza alterare la bevanda a cui è addizionato. Piace, in secundis, anche per il colore chiaro e a tratti trasparente e per lo stato liquido a lungo, vista la scarsa propensione a cristallizzare.
Questo è quello che da ricerche di mercato cerca il consumatore medio. Pazienza se si rischia di vedersi privati di sali minerali, tipici dei nettari scuri e se la liquidità perenne è spesso figlia di trattamenti di laboratorio. A chi ama l’acacia do un consiglio. Leggete sempre in etichetta la provenienza, per non trovarvi tra le mani produzioni made in Ungheria e Cina.

I 5 mieli floreali più amati
Fiore d’arancio

Agrumi, timo, cardo ed edera. le alternative floreali

I 5 mieli floreali più amati dagli italiani. Di ben altro tenore i fratelli minori dell’acacia appartenenti alla medesima famiglia. Al primo posto segnalo il miele di agrumi, tipico delle regioni del sud Italia. E’ caratterizzato da un intenso profumo e aroma di fiori d’arancio, zagara, cedro. Ottimo in cucina l’abbinamento coi pecorini molto stagionati, specie di fossa.
Vi è poi il miele di timo, tipico siciliano. Floreale ma anche leggermente aromatico, come la pianta di provenienza. Consigliabile uno o due cucchiai al giorno per liberarsi velocemente da faringiti e laringiti. Da segnalare, infine, il miele di cardo. Meno gradevole come profumo e aroma, e il miele di edera, particolare per il leggero retrogusto amarognolo. Se acacia e agrumi li trovate ogni giorno al supermercato, per degustare gli altri armatevi di santa pazienza e non disdegnate fiere, produttori locali e acquisti online.