Le colline del cuore. Viaggio straordinario in un giorno ordinario. Quando un territorio fa parte del “nostro dna”. Sono uscita un po’ in ritardo da casa. Nemmeno più di tanto, direzione San Polo in Chianti frantoio Pruneti.
Quando si è un po’ in ritardo si spera sempre di non trovare intoppi lungo la strada ma, immancabilmente, l’intoppo c’è. Ovviamente all’ ultima uscita della strada di grande comunicazione Firenze Pisa Livorno, l’incidente di turno, aveva creato diversi chilometri di coda. Non mi restava che uscire e inoltrarmi nella campagna.

Le colline del cuore
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Le colline del cuore
Le colline del cuore

Le colline del cuore. Perdersi volontariamente in Chianti

Ma niente avviene a caso…così dall’uscita di Ginestra Fiorentina ho preso verso il Chianti, verso San Casciano iniziando a salire e scendere le colline.
Il paesaggio si fa subito accogliente, mentre l’auto,  senza fretta, mi porta verso la mia meta. C’è troppo bello intorno per preoccuparsi di un possibile ritardo. Continuo a guidare con il sorriso stampato sulle labbra. Sorrido a me stessa e a quella scelta obbligata che di prima mattina mi riporta ad attraversare quelle colline che per 15 anni ho percorso in lungo e in largo alla ricerca di scorci,fattorie e forse di me stessa.

Da Ginestra a Montespertoli

Da Ginestra vado verso Montespertoli, paese di antica origine, territorio di nobili famiglie che qui avevano i loro castelli. Colline verdi dove si nascondono attività secolari. ll castello che affianca il paese di Montespertoli, oggi proprietà Sonnino, era in origine dei Signori di Montespertoli. Un ramo dei Conti Alberti da Mangona;  e nel 1393, essendosi estinta la loro famiglia, i beni dei signori di Montespertoli passarono ai Machiavelli. Qui si respira aria antica…

Argento come olivi e verde come bosco

Curva dopo curva, un panorama diverso. Il verde argenteo degli olivi, quello brillante dei primi butti di vite, il verde scuro del bosco. Questo pezzo di Toscana è così diverso dalle dolci colline senesi. I pendii più ripidi, il terreno galestroso, argilla, sasso, duro da lavorare, un tempo più di adesso.
Continuo verso la mia metà, mentre le nuvole si divertono a regalarmi ora uno spruzzo di pioggia ora un raggio di sole. Lasciandomi estasiata mentre salgo e scendo e ammiro ciò che mi si presenta davanti. Arrivo a Cerbaia e volto verso San Casciano

Le terre anticalura delle famiglie fiorentine

Situato in alto e attraversato dalla strada Cassia di romana memoria, San Casciano è menzionato in un primo documento del 1043. Una pergamena custodita nella non lontana Abbazia di Passignano. Anche se la località gli Etruschi la abitarono fin dal VIII secolo avanti Cristo. Territorio ricco di pievi e di storie.
I ricordi affiorano mentre mi domando perché pur essendo nata cittadina amo queste terre del “contado” tanto da farmi sgorgare le lacrime a guardarle. Le antiche grandi famiglie fiorentine avevano qui fattorie e case in cui si rifugiavano dall’umida calura estiva di Firenze. Oppure dai flagelli come il buon Boccaccio ci racconta, forse nel mio dna è rimasta traccia di bei momenti qui vissuti.

fra san casciano e impruneta

Salgo, il panorama si innalza, costeggio la strada che ben conosco e le sue frazioni con poche case che vi si affacciano. Coloniche oggi magnificamente restaurate: in ognuna di queste avrei voluto vivere, avida del panorama goduto dalle loro finestre piccole.
Prendo la “circonvallazione” e aggiro San Casciano per scendere verso la strada del Ferrone. Per passare la Greve, il fiume che in questo punto divide questo comune da quello di Impruneta. Sfilo davanti ai cancelli dei ristoranti in cui tanti fiorentini e non, vengono a mangiare e respirare “una boccata d’aria” nei giorni festivi.

passando davanti alla mia ex casa

Giro a destra. Non guardo neanche l’orologio. Ai Falciani passo davanti all’ormai storico bar Marconi con i suoi panini al prosciutto toscano. Passo sotto la mia vecchia casa giusto il tempo per notare che il pergolato che avevamo costruito con le nostre mani resiste ancora. Come resiste il numero civico d’argilla fatto dalle mie stesse mani. Poco più avanti giro a sinistra e piano piano la strada sale, abbandona il fondovalle e sale verso Strada, il paese più vicino al centro di Firenze (appena 12 Km) con il suo  l’elegante panorama imprunetino.

Da qui la vista spazia su questa bella parte della Toscana, per poi ridiscendere fino a Greve in Chianti. Ma la mia metà è San Polo e giro al bivio stretto sulla sinistra che scende verso un altro fondo valle. Sotto un tetto di quercioli, ginestre, ginepro e altre specie vegetali. Pochi chilometri e parcheggio al frantoio della storica azienda Pruneti dove mi aspetta una degustazione dei loro grandi oli extra vergine d’oliva o per meglio dire delle loro “spremute di olive” e l’antica coltivazione fiorentina di giaggioli. L’unico fiore che disegnavo ossessivamente da bambina.
Ma questa è un’altra storia, una storia che merita lo spazio del prossimo articolo.