Gelato, un viaggio nella storia. Cibo, storia, culture e religioni come abbiamo visto sono legati da un sottile filo invisibile. Conoscere attraverso i sapori, ci dona il viaggio verso terre e paesi più o meno conosciute.
A volte pensiamo che alcuni alimenti  e le relative preparazioni siano delle recenti elaborazioni. Questo vale per me che mai avrei immaginato l’affascinante storia del gelato. Sono particolarmente golosa e quindi del  gelato non potrei farne a meno, ma anche se fossi nata nell’antico Egitto, avrei potuto qualcosa di simile.

Gelato un viaggio nella storia. Le neviere di Alessandro Magno

gelato, un viaggio nella storia racconta che Alessandro Magno aveva ideato le neviere, buche profonde nel terreno fresco e umido nelle quali si formava il ghiaccio che veniva battuto e mescolato con frutta o spremute di agrumi dolcificate con il miele. Quando l’impero romano occupò la Grecia, imparò che tramite il ghiaccio si potevano conservare più a lungo i cibi, rinfrescare le bevande e preparare dei veri e propri sorbetti, antesignani del gelato.

Gelato un viaggio nella storia e il commercio della neve del Terminillo

Il gelato, anzi il sorbetto lo troviamo  in antiche ricette tramandate da Plinio. Questi racconta quale del commercio della neve dal Terminillo a Roma città, o tramite mare dall’Etna e dal Vesuvio.
Nell’antica Roma, anche se ci può sembrare quasi impossibile, il gelato non era prerogativa solo dei ricchi, ma si potevano trovare carretti per  strada che vendevano bevande alla frutta ghiacciata.
Purtroppo con la caduta dell’impero romano e il Medioevo si persero i ricordi e le tracce di quel gustoso benessere. La conoscenza venne sapientemente oscurata, e i cibi divennero più grossolani.

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Gelato, un viaggio nella storia e il ritorno in Italia verso il 1200 dal lontano Oriente, come sorbetto, dalla parola sherbert (dolce neve in arabo). I musulmani insegnarono ai siciliani l’arte del gelato. La lavorazione della frutta e l’estrazione dalle barbabietole dello zucchero per dolcificare le pregiate ricette. Il successo fu tale che velocemente arrivò in Francia, Inghilterra e tutta Europa.

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Caterina e il pollivendolo

Con il Rinascimento e la potenza della casata dei Medici, Firenze era la capitale di tutte le invenzioni. Non da meno quelle riguardanti l’arte culinaria e gli utensili più innovativi per preparare i cibi. Un giorno fu indetta una gara per trovare nuovi talenti. La competizione era intitolata “il piatto più singolare mai visto”.
Si presento un pollivendolo fiorentino di nome Ruggeri che rispolverò l’antica e sconosciuta ricetta del sorbetto facendo scalpore e conquistando il palato di tutti. Divenne talmente famoso che Caterina dei Medici, quando salpò da Livorno per la Francia per andare in sposa al duca Orleans, volle che Ruggeri partisse con la sua corte. Sia per deliziarla delle sue ricette che per fare schiattare di rabbia gli odiosi francesi.

…e lo scultore Buontalenti

Ma a metà del 1500 il Ruggeri, arrivato alla fama come grande pasticcere ma anche immerso nell’odio della corte, si congedò da Caterina di Francia per fare ritorno a Firenze e alla sua attività di pollaiolo.
Firenze stava vivendo un momento di grande splendore rinascimentale. Le menti più eclettiche riuscivano a meravigliare talmente tanto, che il famoso architetto e scultore Bernardo Buontalenti, amante della buona cucina e dei sapori del cibo, fu incaricato di preparare dei sontuosi banchetti per gli illustri invitati dei Medici.

Nascita della crema fiorentina

Le cronache tramandate parlano di sculture nel ghiaccio meravigliose da lasciare a bocca aperta. Di prelibati dessert con crema di zabaione e frutta che diedero origine alla famosa crema fiorentina Buontalenti o oggi meglio conosciuta come gelato Buontalenti.
Nel 1796 nel Parco delle Cascine venne costruita la piramide che ancora oggi possiamo vedere. Forse non molti sanno che era stata progettata dallo scultore Manetti per essere una ghiacciaia.
Al suo interno vi sono alcune nicchie dove venivano conservati i cibi e i formaggi che si producevano all’interno della grande tenuta che erano le Cascine.

Il gelato di Dickens

Alcuni decenni più  tardi sono stati illustri personaggi a descrivere la bontà della scoperta del gelato. Charles Dickens in un soggiorno a Firenze disse: ” gli uomini quando mangiano il gelato sembrano tanto bambini intenti a poppare, e l’Italia è piena di poppanti in tutti i tempi dell’anno”.
Per non tralasciare D’Annunzio e Andree Gide che al tavolo del Gambrinus nella nuova restituita piazza della Repubblica amavano consumare i sorbetti serviti dal locale.