Firenze tra Strozzi e cipolle e il pieno Rinascimento. Firenze è in fermento. Artisti di ogni disciplina e grado affollano le vie, tengono bottega, si accaparrano comittenze. I Signori costruisco palazzi belli, solidi, che esprimano tutto il potere e rendano lustro al nome della propria famiglia.

Voglio iniziare così questo articolo dedicato ad un palazzo di Firenze perché vorrei che chi visita la città potesse vederla con “la storia negli occhi”. Camminando per le antiche sale ammirando una mostra, non dimenticasse mai che quei pavimenti e quelle pareti hanno assorbito l’energia della vita di chi li ha costruiti, calpestati e vissuti. Quindi…

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Gli Strozzi, esiliati da Firenze dal 1434 per la loro opposizione alla famiglia Medici, riuscirono a rientrare una trentina d’anni  dopo. La loro lotta alla famiglia rivale divenne una vera e propria ossessione. Comprarono, case terreni e palazzi in città per poter costruire un grande palazzo (ne furono demoliti ben 15)  senza badare alle spese. Doveva essere più grande di quello dei Medici in via Larga (oggi via Cavour).

Un palazzo dove c’era un mercato

La scelta ricadde nella zona dove si teneva il mercato ortofrutticolo, per questo detta “Piazza delle cipolle” vicino all’attuale Via Tornabuoni. (LEGGI il nostro articolo) Fu Giuliano da Sangallo a costruire un modello in legno (oggi visibile) ma la costruzione fu portata avanti da Benedetto da Maiano, che pare fosse anche l’ideatore del progetto. I lavori iniziarono nel 1489, appena due anni prima della morte di Filippo Strozzi, lavori che i discendenti portarono avanti non senza difficoltà. All’altezza della costruzione del secondo piano, anche Benedetto morì e il grandioso lavoro continuò con il Cronaca, al secolo Simone del Pollaiolo.

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Ma una costruzione così grandiosa richiedeva molto denaro e le alterne fortune della famiglia non permisero il termine dei lavori fino al 1538 sotto la direzione dei lavori da parte di Baccio d’Agnolo. Ironia della sorte, in quell’anno stesso il palazzo fu confiscato dal Granduca Cosimo I de’ Medici. La guerra tra le famiglie fiorentine, infatti, continuava senza sorta e i fuoriusciti Filippo e Piero Strozzi, rispettivamente padre e figlio, avevano puntato su Firenze con un esercito di esuli fiorentini azione che il nuovo reggente non gradì, sconfiggendoli a Montemurlo vicino Prato e confiscando i loro beni.

Palazzo Strozzi era bello e imponente  come richiesto e su due dei tre lati che si aprivano sulle pubbliche vie. Fu impreziosito con  un pancale in pietra e agli angoli furono commissionate delle preziose lampade in ferro battuto ad opera  di Niccolò di Noferi del Sodo o Niccolò Grosso detto il Caparra maestro ferraio in Firenze .(il soprannome  “caparra” derivava dal fatto che il battitore di ferro non iniziasse mai un lavoro senza aver ottenuto un congruo anticipo), che era anche, non si sa se per diletto o necessità “venditore di cipolle” in quella che oggi è piazza Strozzi.(LEGGI il nostro articolo sul Caparra)

A questo proposito  pare che le famose lanterne si ispirassero nella forma proprio a delle cipolle.

Recita il Vasari nelle sue “Vite”: Et in detto palazzo [Strozzi] per ornamento fece fare ferri di finestre mirabili e campanelle con bellissimo garbo, e similmente le lumiere su canti che da Niccolò Grosso Caparra, fabbro fiorentino furono con grandissima diligenza lavorate.”

Oggi le quattro lanterne poste agli angoli sono delle copie, solo quella sull’angolo verso via dei Pescioni, contiene alcune parti originali. Inoltre, manca il dragone mentre al suo posto  c’è una targa, collocata nel 1762, su cui è riportato l’editto che vietava la vendita sulla piazza di cocomeri, poponi e ferrivecchi, decretando la fine delle attività “”.

Dopo la confisca il palazzo tornò poi ai legittimi proprietari fino al 1907. Qui, morto senza eredi Piero Strozzi ultimo discendente della famiglia, divenne prima proprietà dell’Istituto nazionale delle Assicurazioni, poi proprietà dello Stato Italiano.

Oggi, il palazzo ospita mostre ed esposizioni e  accoglie del Gabinetto G. P. Vieusseux, dell’Istituto di Studi sul Rinascimento anche l’Istituto di Studi Umanistici e la Fondazione Palazzo Strozzi.

R.C.